I neonati e i bambini in generale dormono più degli adulti principalmente perché il sonno in questo periodo permette di sviluppare memoria, apprendimento e crescita, soprattutto il sonno nella fase REM, cioè quello più leggero.
Vediamo, quindi, quali sono i momenti in cui è meglio favorire il sonno o, invece, scegliere di svegliarlo, soprattuto nei casi in cui il bambino dorma più o meno del dovuto.
Perché è importante il sonno per il bambino?
Gli effetti su memoria e apprendimento
Nelle prime settimane di vita, un neonato sogna per la metà del tempo in cui dorme: l’attività REM compare già nel corso della vita fetale, mentre durante gli ultimi mesi di gravidanza trascorrono circa i due terzi del tempo sognando. Ma cosa si può sognare quando ancora non esistono esperienze, ricordi, desideri, aspettative?
Non si sa ancora con certezza, tuttavia è noto che ancor prima della nascita possono percepire le intonazioni della voce materna, il ritmo musicale, le sensazioni tattili, olfattive e gustative. Il sogno occuperebbe gran parte del sonno infantile proprio perché, in quelle lunghe ore, nel cervello vengono consolidate memorie innate – come le espressioni facciali delle emozioni – e memorie acquisite provenienti dalle esperienze che si succedono nel corso di una giornata.
Inoltre, è nel sogno che vengono rafforzate le memorie linguistiche, i suoni che costituiscono nuove parole, le immagini visive, le associazioni tra esperienze diverse. Il sogno infantile ha, quindi, un ruolo essenziale in rapporto alla memoria: senza di esso non verrebbe costruita una mente fatta di esperienze e apprendimenti.
Tipi di sonno (e di veglia)
Il significato dei sogni di un neonato
Il ciclo del sonno del neonato si può dividere in due momenti: sonno attivo (sonno REM) e sonno calmo (sonno Non-REM).
Nei primi due mesi, un ciclo del sonno unico dura circa 50 minuti e si distribuisce nel corso delle 24 ore, con un totale di circa 20 cicli totali nel corso di una giornata.
- Nel sonno calmo, il bambino si muove molto poco, il viso è poco espressivo e non ci sono movimenti oculari. Si possono osservare movimenti di suzione e vocalizzi, che spesso fanno pensare che il bambino sia sveglio, anche quando non lo è
- Nel sonno attivo, il bambino presenta movimenti del viso, apertura e chiusura delle mani, movimenti delle gambe o, addirittura, pianto e impallidimento ed espressioni del viso, come paura, sorpresa, collera e gioia. Anche i globi oculari si muovono rapidamente al di sotto delle palpebre: questi movimenti danno il nome di “sonno REM” (Rapid Eye Movements), la fase del sonno in cui l’attività elettrica del cervello è spasmodica ed è, infatti, legata all'apprendimento delle emozioni e della capacità di comunicare
- La veglia calma è il momento in cui il bambino è sveglio e calmo, ha gli occhi ben aperti, segue con lo sguardo e vuole comunicare
- La veglia attiva in cui il bambino geme e fa smorfie, muove braccia e gambe e si ripiega su se stesso. A volte può presentarsi anche con pianto forte e difficilmente consolabile.
I disturbi del sonno per il bambino
Ci sono alcuni casi in cui il bambino si trova a dormire meno a causa di possibili disturbi del sonno.
Dai 2 anni in su, infatti, questi disturbi potrebbero interrompere il sonno del bambino e, in seguito, rendere più difficile farlo riaddormentare, con conseguenze importanti sul suo ritmo circadiano:
- gli incubi, che avvengono in corrispondenza del sonno REM. Dal contenuto pauroso o angosciante, si presentano nelle ultime ore della notte e vengono ricordati più facilmente
- i “terrori notturni”, anche detti pavor nocturnus, che compaiono nel 3% circa dei bambini e possono manifestarsi fino a 6 anni. Non coincidono con la fase REM, ma con quella di sonno profondo e, per questo, spesso non se ne ricorda il contenuto. Sono dei sogni “attivi”, accompagnati da movimenti degli arti e delle labbra, vampate di rossore, pallori improvvisi, crisi di sudore ed espressioni emotive
- episodi di sonnambulismo, che si presentano nelle prime ore del sonno e hanno una durata che varia da 1 fino ai 15 minuti: il bimbo appare agitato e spaventato e può parlare in modo confuso o anche piangere. In casi più seri, possono presentarsi anche tachicardia, sudorazione, dilatazione delle pupille e aumento del tono muscolare
- i micro-risvegli, che, come quelli degli adulti, corrispondono al momento di sveglia improvvisa durante la notte tra un ciclo di sonno e l’altro. Mentre gli adulti spesso non se ne accorgono o non gli danno importanza, al contrario, il neonato non è abituato a riaddormentarsi da solo e sente il bisogno di richiamare l’attenzione di qualcuno per essere supportato: tutto ciò è assolutamente normale, dipende dal fatto che i piccoli si spaventino per la lontananza della figura di accudimento.
Perché il neonato dorme molto o poco?
Un neonato dorme circa 16-18 ore al giorno e il sonno è distribuito uniformemente durante le 24 ore. Probabilmente ti sarai già chiesta se il tuo bambino dorme più o meno di quello che dovrebbe, ma devi sempre considerare che le ore sono indicative e variano da bambino a bambino.
Inoltre, ci sono varie ragioni per cui il tuo bambino potrebbe rispettare diversi ritmi del sonno:
- Come abbiamo detto, non tutti i bambini sono uguali: esistono, infatti, grandi differenze anche nel rapporto col sonno. Alcuni bambini dormono 20 ore, mentre per altri sono sufficienti 14 ore; alcuni iniziano a fare un sonno continuativo durante la notte, altri si svegliano ogni 30-60 minuti
- Esiste certamente una componente genetica: potresti rivedere nel tuo bambino caratteristiche che appartenevano a te quando avevi la sua età. indagare i vari casi in famiglia potrebbe darti un’idea più chiara
- Come negli adulti, esistono anche bambini che hanno bisogno di meno sonno (brevi dormitori) e quelli che hanno bisogno di più sonno (lungo dormitori); alcuni sono meno attivi la sera e la mattina si svegliano pieni di energia, mentre altri non hanno sonno la sera e la mattina hanno difficoltà a svegliarsi
- I bambini oggi dormono probabilmente molto meno di qualche decennio fa. Una ricerca recente su bambini di Roma ha evidenziato che i bambini oggi dormono meno di quanto sia riportato come norma dagli studi internazionali.
Cosa fare se si sveglia? È meglio se dorme molto?
Se il bambino si sveglia di notte è estremamente importante mantenere una routine simile a quella che usi per metterlo a letto la sera, in modo da creare uno schema chiaro e ripetitivo delle attività legate al momento della notte e del sonno.
In particolare:
- non precipitarti subito ma aspetta un po’: il bambino potrebbe riprendere subito a dormire o stancarsi in fretta dopo il pianto. Valutare l'intensità e la durata del pianto può aiutarti a capire se è necessario raggiungerlo o meno
- quando vai vicino al bambino dopo che si è svegliato, non accendere le luci, che sono invece collegate al momento del giorno e della sveglia e potrebbero confonderlo ulteriormente
- non prenderlo in braccio, cerca di calmarlo con voce bassa e cullalo un po' nel lettino
- se sai che non è il momento della poppata (se ha mangiato poco prima), evita di dargli il latte
- ti sconsigliamo l’uso di camomille o simili per metterlo a dormire, poiché gli affetti non risolverebbero il problema realmente e ti costringerebbero a fare costante affidamento su altre sostanze
- lascia la stanza prima che il piccolo sia completamente addormentato, in modo da non diventare l'unico mezzo per farlo addormentare.