Congedo "papà": cosa è cambiato nel 2021

Nelle scorse settimane abbiamo parlato dei diritti che la mamma ha durante tutto il periodo del congedo di maternità e delle tutele che le spettano per tornare al lavoro senza abbandonare l’allattamento del bimbo
In questo articolo vogliamo approfondire, invece, il ruolo del padre e della sua figura durante tutto il periodo di maternità e di nascita del bimbo. Quando la figura paterna è presente può essere un sostegno fondamentale sia a livello morale, psicologico e affettivo, ma che da un punto di vista pratico e legislativo. 

Papà, babbo, pà, padre, papi…chiamatelo come preferite e andiamo a scoprire il suo ruolo in questa avventura di creare una famiglia!

DIVENTARE PADRE 

“Tutti gli uomini che intraprendono il cammino verso la paternità, sebbene non siano fisiologicamente incinti, subiscono una profonda trasformazione sia per quanto riguarda la loro personalità sia per quanto concerne gli enormi cambiamenti di carattere psicologico". (da Il papà incinto - J. Heinowitz)

Durante tutto il corso della gravidanza, partendo dal concepimento fino ad arrivare alla nascita del bambino, si tende sempre a dare maggiori attenzioni alla mamma. In realtà il bambino lo “aspetta” anche il papà, tanto quanto la mamma, con la sola differenza che non lo porta in grembo. Anche a livello psicologico, diventare padri può essere paragonato alla stessa intensità emotiva che viene attribuita al diventare madri. Alla nascita del bambino verrà ad instaurarsi un legame circolare per cui il neonato si affida alla madre per le sue funzioni vitali, la quale inevitabilmente si appoggia al padre per sostenersi. Il padre si nutre dell’amore che deriva da questo ciclo in modo che la famiglia cresca ed evolva insieme.
La paternità è essenziale, ma come ben sappiamo, non sempre è un passaggio che caratterizza la vita di tutti gli uomini così come sfortunatamente, o in casi peggiori fortunatamente, non caratterizza quella di tutti i figli.
Ad ogni modo qui ci occuperemo di trattare quali sono le tutele legali che sono previste per il padre e come averne accesso. Andiamo a scoprirle!

Congedo di paternità


CONGEDO DI PATERNITA’

In uno dei nostri articoli abbiamo parlato delle tutele in materia di sostegno alla maternità e della paternità citando il Testo Unico che disciplina queste tutele che è stato emanato nel 2001: si riconosce anche al padre lavoratore la possibilità di usufruire di forme di tutela e sostegno fornite dalla legge per le madri lavoratrici. Tutto questo al fine di garantire la più equa parità dei carichi all’interno della famiglia e poter consentire alle mamme lavoratrici di mantenere la carriera e il posto di lavoro.   
Dal 2001 in poi il Testo ha continuato ad evolvere integrando e modificando articoli. Vediamo come.

Anche al padre è riconosciuto totalmente il congedo di paternità che consiste nell’astensione dal lavoro per tutta la durata del congedo di maternità obbligatorio solo nei casi in cui la madre del bimbo sia inferma o deceduta, o nei casi in cui l’affidamento è stato dato subito al papà. Ricordiamo che il congedo obbligatorio ha durata di 5 mesi da distribuire, solitamente, 2 prima del parto e 3 dopo.
Oltre questi casi estremi possiamo affermare che il congedo papà è disponibile anche in altri casi. 
Per esempio, nel caso in cui la mamma sia una lavoratrice autonoma il padre può richiedere il congedo di paternità.
Il congedo parentale per il padre differisce da quello della madre: infatti non si tratta di un periodo continuativo di sospensione dal lavoro ma di permessi.
Quindi possiamo affermare che legalmente per congedo parentale per il padre si intente un permesso retribuito di astensione dal lavoro rivolto a lavoratori dipendenti e concesso solo in occasione della nascita, dell’adozione o dell’affidamento di un bambino. 
La legge n° 92 del 28 giugno 2012 introduceva un congedo obbligatorio e uno facoltativo per il padre. Vediamoli insieme!

CONGEDO OBBLIGATORIO PER IL PADRE

Si tratta di alcuni giorni in cui il padre deve assentarsi obbligatoriamente dal lavoro per i motivi di nascita, adozione o affidamento di un bambino. Quindi potremmo dire che può godere di questi giorni dal momento in cui diventa a tutti gli effetti padre, ma entro i 5 mesi dalla nascita o dall’ingresso in famiglia del bambino
Quando questo congedo è stato introdotto in via sperimentale dalla Legge Fornero nel 2012 e poi prorogato negli anni. Inizialmente prevedeva solo un giorno e negli anni i permessi sono aumentati fino a contare 7 giorni nel 2020.

CONGEDO FACOLTATIVO PER IL PADRE 

I neo papà hanno anche diritto ad usufruire un giorno di congedo facoltativo in alternativa alla madre. Questo congedo è valido sempre e solo se il lavoratore è dipendente e può essere utilizzato anche in contemporanea all’astensione della madre. La regola è che il permesso deve comunque essere utilizzato entro i 5 mesi dalla nascita del figlio (stessa cosa in caso di adozione e/o affidamento) e dipende dalla scelta della madre di non utilizzare un suo giorno di congedo. 

QUANTO È RETRIBUITO IL CONGEDO PER IL PADRE?

Mentre il congedo di maternità è retribuito all’80%, il congedo per i papà è retribuito completamente per ogni giornata di permesso. L’indennità è a carico dell’INPS ma potrebbe essere anticipata dal datore di lavoro in busta paga al dipendente lavoratore. 

Congedo di paternità

 

COSA E’ CAMBIATO NEL 2021

Il congedo obbligatorio di paternità è stato confermato anche nella Legge di Bilancio del 2021. Ma non solo c’è stata una sorpresa: oltre ad essere riconfermato sono stati aumentati i giorni da 7 a 10 da utilizzare anche in modalità non continuativa. Questi giorni devono comunque essere utilizzati entro i 5 mesi dalla nascita, o dall’ingresso in famiglia, del bambino e sempre da lavoratori dipendenti. 

Tutti i papà all’ascolto: se siete diventati papà tra il 1° gennaio 2021 o lo diventerete prima del 31 dicembre 2021 avrete diritto a 10 giorni di permessi obbligatori completamente retribuiti da poter passare in compagnia del vostro bambino.

Perché le giornate sono aumentate? Ci siamo accorti tutti come nel 2020 sia diventato più complesso riuscire a gestire vita privata e lavoro, soprattutto per i genitori che si sono trovati l’ufficio in salotto oppure i figli a casa per lunghi periodi di tempo senza la possibilità di assentarsi dal lavoro. L’aumento delle giornate di permesso e di congedo vede un obiettivo ancora lontano ma posto in questa direzione. Si tratta di un piccolo passo avanti ma sicuramente c’è ancora molto su cui lavorare confrontandoci sono il resto dei paesi Europei. 
Facciamo qualche esempio.
Al primo posto in tutta l’Europa troviamo la Spagna che garantisce dal 2021 giorni di congedo equivalenti per entrambi i genitori. Mamme e papà hanno diritto a 16 settimane di congedo completamente retribuite.
Al secondo posto abbiamo la Norvegia e i paesi scandinavi che forniscono ai papà diverse soluzioni: 46 settimane pagate al 100% o 56 settimane pagate all’80%. Al terzo posto abbiamo la Germania che garantisce 12 mesi di congedo parentale con una retribuzione pari al 67% dello stipendio.
Insomma, l’Italia di fronte a questi numeri sembra non essere nemmeno classificata, pensando solo al fatto che prima del 2013 il congedo di paternità non esisteva nemmeno. 

COME FARE DOMANDA?

Servirà presentare al datore di lavoro in forma scritta la richiesta di ottenere il permesso indicando preventivamente i giorni in cui ci si vorrà assentare. È necessario dare un largo anticipo, possibilmente di una quindicina di giorni prima del congedo o della data in cui si è previsto il parto. La causale della richiesta sarà giustificata dal congedo obbligatorio. 
Devono presentare la richiesta all’INPS i papà che ricevono l’indennità direttamente dalla stessa, mentre nei casi in cui è il datore di lavoro ad anticipare l’indennità, la richiesta andrà presentata in forma scritta al datore di lavoro.
Inutile dire che queste tutele e richieste sono davvero misere. C’è ancora tanta strada da fare per colmare i limiti evidenti nel sistema italiano. 
Partendo dal fatto che il congedo cessa se il dipendente perde il lavoro durante i 5 mesi di congedo. 

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