Stai per diventare mamma e di questo devi solo che esserne felice, riempirti il viso e l’anima di una gioia immensa.
Ma si sa, siamo donne e prima di essere tranquille e rilassate ed abbandonarci al nostro pensiero felice dobbiamo avere tutto chiaro e per alcune di noi anche tutto organizzato e programmato.
La nostra cultura e la nostra educazione ci hanno sempre portato ad immaginare la donna come colei che bada al focolare domestico, che cresce i figli e che si dedica a tempo pieno al ruolo di madre. Che cosa c’è di sbagliato? Assolutamente nulla, se questa è una scelta. Dedicarsi a fare la mamma è più impegnativo che fare tre lavori insieme e regala le più grandi soddisfazioni di questo mondo. Da molti anni però, la figura della donna si è allontanata dalle cartoline di quelle pubblicità degli anni ’60 che ci raffiguravano con un pargolo in braccio e l’aspirapolvere nell’altro mentre preparavamo il caffè al nostro marito.
Oggi abbiamo un lavoro, una carriera, una famiglia, dei cani e degli hobby. Nulla di questo deve essere una preoccupazione o darci pensiero se nel nostro percorso decidiamo di diventare mamme o la vita decide di metterci davanti a questa avventura.
Sei una lavoratrice, sei incinta e sei preoccupata per il tuo lavoro: devi sapere che ci sono delle tutele previste dalla legge che ti potranno consentire di vivere questo periodo in un modo più tranquillo senza pensare alle ingiustizie o le possibili ritorsioni in ambito lavorativo.
CONGEDO DI MATERNITA’
Qualunque lavoro tu faccia, arriverà il momento in cui dovrai astenerti dal lavoro per un periodo di tempo e dovrai mantenere il tuo compenso salariale: questo periodo si chiama congedo di maternità ed è un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro. La sua durata solitamente è pari a 5 mesi, due dei quali precedono la data della presunta nascita e gli altri tre mesi seguono il parto. Questi 5 mesi possono essere anche distribuiti diversamente: ci si può astenere dal lavoro a partire dal mese che precede il parto e nei quattro mesi che seguono, a condizione che il medico del lavoro e quello personale, attestino che questa opzione non pregiudichi la salute della mamma e del bimbo.
Come fare per ottenere il congedo di maternità? Serve presentare la domanda all’ufficio INPS e al tuo dottore del lavoro con un certificato che attesti la gravidanza.
La tua maternità può anche essere anticipata in diverse situazioni, alcune delle quali sono, per esempio, complicanze nella gravidanza, condizioni di lavoro e ambientali scorrette per la gravidanza o nel caso tu non possa dedicarti ad altre mansioni lavorative che non pregiudichino il tuo stato.
Nel 2019 è stata proposta anche un’altra variante che consente di usufruire del periodo di maternità solamente dopo il parto, solo e solamente, se i medici attestino che il lavoro non mette a rischio il percorso della gravidanza.
Durante tutto questo periodo hai diritto a percepire la tua indennità salariale che va a sostituire la tua retribuzione e che sarà erogata dall’INPS, o in parte anche dal tuo datore di lavoro e ammonterà all’80% dello stipendio del tuo ultimo mese di lavoro.
DIRITTI E TUTELE
Finito il congedo di maternità possono licenziarmi? La risposta è no. Esiste un’altra tutela, ovvero il divieto di licenziamento della lavoratrice madre ed è valido fino al compimento del primo anno di età del bambino. Chiaramente questo non è un divieto assoluto, infatti possono sussistere casi in cui il licenziamento è lecito e che non hanno alcuna correlazione con la maternità, per esempio la giusta causa, il termine del contratto, oppure una valutazione negativa del periodo di prova per il quale si stava lavorando.
E se mi dimetto? In questo caso se le dimissioni sono state date prima che il bambino compia un anno, si ha comunque diritto all’indennità del licenziamento, disoccupazione o Naspi, prevista dalla legge o dal contratto sottoscritto.
E QUANDO RIENTRO AL LAVORO?
Al tuo rientro al lavoro avrai il diritto a recuperare la tua mansione, anche se questo avverrà in modo graduale per consentirti di riprendere il ritmo del lavoro che hai lasciato in sospeso per 5 o 6 mesi e dare al tuo datore di lavoro e ai tuoi colleghi che ti hanno sostituita il tempo per riorganizzare il lavoro. Se la tua mansione non ti verrà restituita, potrai fare appello a giudice di pace che si occuperà di esaminare la tua situazione e se la tua posizione non verrà ripristinata dovrà essertene affidata una compatibile al tuo grado di professionalità.
Il demansionamento non è escluso, ma ricordati che è lecito solo quando è preso in accordo con le tue necessità al fine di garantirti un buon equilibrio tra lavoro e vita privata.
Puoi anche richiedere un part time se non hai ancora usufruito completamente del tuo congedo parentale.
LA METERNITA’ FACOLTATIVA? OLTRE AL CONGEDO OBBLIGATORIO
Si tratta di un ulteriore congedo che prevede un’indennità erogata dall’INPS. In questo caso i genitori possono richiedere, a loro discrezione, di usufruire di questo congedo che rimane valido fino al compimento dei 12 anni del bambino. In questo caso, però, la durata e l’importo sono variabili e dipendono molto dalla categoria di lavoratori ai quali si appartiene.
Una caratteristica molto importante di questa maternità è la sua flessibilità, ovvero la possibilità di essere frazionata in ore a seconda delle caratteristiche contrattuali: rimane comunque il vincolo che non può superare gli 11 mesi tra i due genitori. Scopri se puoi averne diritto!
C’è da riconoscere che le situazioni sono spesso molto più complesse e articolate rispetto a quanto la legge, o semplicemente questo articolo, può spiegare. Ma è comunque giusto conoscere i propri diritti e le proprie tutele, nonostante qualcuno provi sempre a rendere le circostanze più complicate di quanto noi possiamo immaginare.
Nel 2001 è stato raggiunto un grande traguardo: è stato emanato il Testo Unico in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità. Non dovrebbe essere un traguardo quanto più la giusta normalità, ma quanto più spesso pensiamo di avere pochi diritti come madri lavoratrici, tanto più spesso questo non accade in altri paesi come Inghilterra o stati Uniti, dove il lavoro è visto come un privilegio, una fortuna. Le situazioni cambiano da persona a persona, figuriamoci da Stato a Stato, ma una cosa è certa: abbiamo dei diritti scritti nero su bianco, e per quanto difficile sia resistere a certe situazioni di mobbing che si vengono a creare, è giusto che abbiamo coscienza dei nostri diritti ed è giusto farli rispettare.
Ogni donna ha il diritto di pensare alle proprie priorità e definirle senza essere biasimata: a chi sceglie di fare la super mamma e a chi sceglie di fare la super mamma con un lavoro, noi, siamo dalla vostra parte!
Scriveteci nei commenti la vostra esperienza, vi leggiamo!
Alla prossima settimana
Un abbraccio
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