Posso allattare al seno se ho le protesi mammarie?
Allattamento al seno con protesi mammarie: tutto quello che c'è da sapere
Se hai subito un intervento di aumento o riduzione del seno (nel primo caso con protesi) potresti avere dei dubbi sul suo possibile impatto durante il periodo dell'allattamento.
Sarà doloroso per te? Il bambino sarà in grado di avere un buon accesso al latte che gli permetta di svilupparsi correttamente?
In questo articolo cerchiamo di rispondere a tutte le tue domande sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, tenendo presente che l'allattamento al seno è l'opzione ottimale consigliata da medici e ostetriche di tutto il mondo per l'alimentazione del tuo bambino nelle sue prime settimane di vita.
Ho delle protesi mammarie, posso allattare il mio bambino?
In generale, la risposta è sì. Numerosi studi hanno confermato che non vi è alcuna controindicazione per le donne con protesi mammarie in silicone ad allattare al seno il proprio bambino.
Negli ultimi anni le tecniche utilizzate nella mastopessi si sono evolute molto e quelle attuali non modificano il tessuto ghiandolare, quindi è possibile che la madre produca latte normalmente.
Posizionamento dell'impianto e tipo di incisione
In generale, le protesi poste dietro il muscolo pettorale e con una cicatrice nella parte inferiore del seno o sotto l'ascella non producono quasi nessuna alterazione del capezzolo, quindi hanno un impatto minimo sull'allattamento e sono le più consigliate per le donne. che vogliono essere madri in futuro.
Tuttavia, quelli inseriti attraverso l'areola (incisione periareolare) potrebbero produrre piccole incisioni nei dotti lattiferi e nella rete nervosa preposte a stimolare la produzione di latte attraverso la secrezione di alcuni ormoni (prolattina e ossitocina).
Il posizionamento degli impianti appena al di sotto delle ghiandole mammarie potrebbe causare pressioni sul tessuto ghiandolare e impedire un corretto flusso di latte, che diminuirebbe la produzione. Ciò non significa che l'allattamento al seno sia sconsigliabile in questi casi, ma è possibile che il tasso di successo dell'allattamento al seno esclusivo sia inferiore.
Ipoplasia mammaria
La relazione tra ipoplasia mammaria e difficoltà nell'allattamento al seno esclusivo viene talvolta confusa con la presenza di protesi.
L'ipoplasia del seno è una condizione che causa una crescita difettosa e la scarsità di tessuto mammario in alcune donne. Questa condizione ha due conseguenze:
Da un lato, il seno ha una dimensione ridotta, che può aumentare l'incidenza di operazioni di aumento del seno in queste donne.
Dall'altro, può causare difficoltà nella produzione di latte e, con essa, nel successo dell'allattamento al seno esclusivo.
In questi casi è importante sottolineare che la difficoltà che può avere la donna nell'allattamento è legata all'ipoplasia, e non alla presenza di protesi.
Dolore
Studi recenti hanno dimostrato che non esiste a priori un tasso più elevato di mastite nelle donne che hanno subito un intervento di mastoplastica additiva con protesi.
Tuttavia, la contrattura capsulare può causare un maggiore disagio nelle donne che allattano. Queste contratture sono reazioni infiammatorie che si verificano intorno alla protesi e provocano l'indurimento dei tessuti.
In caso di contrattura capsulare, anche se l'allattamento al seno non è scoraggiato, può essere doloroso per la madre, quindi dovrebbe essere evitato.
Tipo di protesi
Le protesi mammarie possono essere realizzate con diversi materiali, inclusi silicone, gel o soluzione salina.
Studi recenti hanno dimostrato che il latte materno non è in alcun modo contaminato dalla presenza di protesi in silicone, gel o soluzione salina.
Il silicone, infatti, è ampiamente utilizzato e il suo assorbimento orale o cutaneo è considerato insignificante. Infatti, alcuni studi hanno dimostrato che la presenza di silicone è maggiore nel latte vaccino o artificiale rispetto al latte di una donna con protesi realizzate con questo materiale.
Nel caso delle protesi PIP (Poly Implant Prothèse), si ritiene che possano causare complicazioni in caso di rottura, motivo per cui il Comitato per l'allattamento al seno dell'Associazione spagnola di pediatria raccomanda la rimozione programmata delle protesi difettose.
Quanto tempo devo aspettare dopo un aumento del seno per allattare il mio bambino?
Innanzitutto, è importante indicare che è assolutamente sconsigliato sottoporsi a un intervento di aumento o riduzione del seno durante l'allattamento. Dopo l'operazione, di qualsiasi tipo, il seno necessita di un tempo di recupero che renderebbe sconsigliabile l'allattamento.
L'ideale è aspettare un periodo di almeno 6 mesi se hai appena partorito (o 6 mesi dalla fine dell'allattamento se lo scegli) e vorresti sottoporti ad un intervento di mastoplastica additiva, ma devi assolutamente chiedere consiglio al professionista sanitario di fiducia (sia lo specialista in ginecologia che il chirurgo estetico che esegue l'operazione).
Durante la gravidanza, nel corpo della donna si verificano una serie di cambiamenti ormonali e distensione dei tessuti che potrebbero influire sul recupero dopo un'operazione di aumento del seno. Per questo motivo, se hai subito un intervento estetico di questo tipo, ti consigliamo di attendere un anno per assicurarti una completa guarigione e che le protesi si siano completamente adattate al tuo corpo.
Cosa succede se ho subito un'operazione di riduzione del seno?
In questi casi, gli esperti concordano sul fatto che esiste una probabilità che l'allattamento al seno ne risenta.
In questi interventi i tessuti mammari si riducono, interrompendo alcuni dotti che possono influenzare l'adeguata vascolarizzazione e la sensibilità del capezzolo, nonché il flusso di latte durante l'allattamento.
Se stai per sottoporti a un'operazione di riduzione del seno e vorresti allattare il tuo bambino in futuro, è importante che parli con il tuo chirurgo per trovare la tecnica che ti offra le migliori garanzie.